Do you like “to like”?

Un verbo usatissimo che a volte crea qualche problema è il verbo to like. Questo problema nasce fondamentalmente nella traduzione in quanto si traduce con il verbo italiano piacere che fa un ottimo lavoro come traduzione ma non rispecchia le caratteristiche grammaticali del verbo to like in inglese. Il verbo italiano piacere è intransitivo e ha la caratteristica che la cosa che piace è il soggetto della frase e la persona a cui piace è il complemento. Il verbo inglese to like invece è transitivo e ha come soggetto la persona a cui piace la cosa e come complemento la cosa che piace: esattamente l’opposto!

  • Mi piace il cioccolato. ~ I like chocolate.
  • Non gli piacciono le scarpe nuove di Anne. ~ He doesn’t like Anne’s new shoes.
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To walk, to drive, to fly…

To walk, to drive e to fly sono tre verbi comuni in inglese
con un significato “secondario” molto utile.

Normalmente si pensa a questi verbi così:

  • to walk = camminare, passeggiare
  • to drive = guidare (macchina, moto, camion ecc)
  • to fly = volare, guidare un aereo

Da questi significati nascono esempi come questi:

  • Tom’s baby brother is learning to walk.
  • Il fratellino di Tom sta imparando a camminare.
  • Jane often walks in the park after lunch.
  • Spesso Jane passeggia nel parco dopo pranzo.
  • Can you drive?
  • Sai guidare?
  • He can’t drive a lorry.
  • Non sa guidare un camion.
  • Penguins can’t fly.
  • I pinguini non sanno volare.
  • Mike can fly a helicopter.
  • Mike sa guidare un elicottero.
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Is it Friday yet?

Diamo un’occhiata a tre avverbi che sono spesso causa di errori:

STILL  ~  YET  ~  ALREADY

 Pur avendo ognuno di questi tre avverbi un suo ruolo preciso, ci sono delle zone di sovrapposizione tra loro che possono creare una certa confusione. Vediamoli singolarmente.


STILL

Significa ancora oppure tuttora (a volte si traduce con lo stesso) e viene utilizzato per parlare del permanere di uno stato o la continuazione di un’azione. È utile pensarlo con l’idea di “continuare a…” (forse non quando si traduce con lo stesso però). Spesso viene insegnato solo nelle forme affermative e interrogative ma la forma negativa è ugualmente importante anche se meno utilizzata.

Farò diversi esempi per cercare di far vedere le varie sfumature possibili.

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Where are you from?

Il titolo “Where are you from?” (e anche il suo cugino “Where do you come from?”) ormai è una frase conosciutissima anche per chi non ha mai studiato l’inglese. Ma un’analisi più attenta rivela l’utilizzo di una costruzione grammaticale piuttosto strana e cioè lo spostamento della preposizione dall’inizio alla fine della frase.

In italiano l’equivalente sarebbe: “Di dove sei?” oppure “Da dove vieni?”, due domande che iniziano regolarmente con la preposizione attaccata al pronome interrogativo all’inizio della frase. A dire il vero, anche in inglese fino a meno di cento anni fa, ai tempi di Winston Churchill e della seconda guerra mondiale, era considerato un errore grave finire una frase con una preposizione.

Ma ormai i tempi sono cambiati e l’usanza di spostare la preposizione alla fine della frase è considerata del tutto normale. Questo fenomeno si presenta più spesso di quanto si potrebbe pensare. Basti vedere alcuni esempi per rendersi conto di quanto è comune:


Per chi lavori? ~ Who do you work for?

Di cosa sta parlando? ~ What’s he talking about?

A chi hanno dato il premio? ~ Who did they give the prize to?

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Do you feel at home in this house?

Do you feel at home in this house?
Ti senti a casa (tua) in questa casa (che non è la tua)?

House oppure home? È una domanda piuttosto frequente, ed è del tutto comprensibile.

Non è sempre facile decidere tra le due parole ma una distinzione si può fare, sempre in termini generici e sempre lasciando il giusto spazio a quelle eccezioni che andranno poi a confermare la regola!

  • House si riferisce fondamentalmente ad un edificio come entità fisica.
  • Home si riferisce fondamentalmente ad un focolare domestico e quindi ad un’entità affettiva.

Di conseguenza nasce una serie di espressioni dove home tendenzialmente funziona bene purché la casa in questione venga visto, appunto, come focolare domestico della persona in questione. Di solito, ma non sempre, la casa in questione appartiene al soggetto della frase.

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To have: uso “statico”

PREMESSA

Prima di proseguire bisogna prendere atto del fatto che nel corso della storia della lingua inglese il verbo to have si è diviso effettivamente in due verbi ben distinti: uno è il verbo to have dinamico e l’altro è il verbo to have statico.

Il primo di questi ~ il verbo to have dinamico ~ si riferisce chiaramente ad azioni e a movimenti. Questo uso del verbo è relativamente nuovo e potremo dire anche piuttosto idiomatico anche se, nel tempo, è diventato molto diffuso. L’equivalente in questo caso in italiano è generalmente il verbo fare. Per sapere di più leggere QUI.

L’altro invece ~ il verbo to have statico ~ esprime, come in italiano, il concetto di possesso. In realtà non si tratta sempre di un vero e proprio possesso: basta pensare alla frase “Bob has two brothers” per capire che a volte si tratta di possesso in un senso piuttosto lato della parola. In ogni caso il fattore fondamentale che distingue quest’uso del verbo to have dall’altro è la staticità: non c’è né azionemovimento. È questo uso del verbo to have che verrà esaminato qui sotto.

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Il piccolo “get” ~ un verbo tuttofare

“E qua che ci metto?”
“Mettici ‘get’ e vai tranquillo.”

Beh, non è proprio così ma il verbo ‘to get‘ in inglese ricopre molti ruoli che si rifanno però sempre ad un solo concetto di base: quello di una specie di ‘processo di trasformazione’.

Vediamo con quattro significati base come funziona questo processo di trasformazione:

a) Ottenere, prendere, ricevere, comprare, acquisire, comprare, procurarsi, trovare ecc.
Stato originale: You don’t have a car
Processo: You get a car
Stato finale: You have a car

b) Diventare
Stato originale: You aren’t tired
Processo: You get tired
Stato finale: You are tired.

c) Arrivare a
Stato originale: You aren’t at the station
Processo: You get to the station
Stato finale: You are at the station

d) Salire e scendere con i mezzi di trasporto
Stato originale: You aren’t on the bus
Processo: You get on the bus
Stato finale: You are on the bus

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“Lo metto, non lo metto…” – uso e abuso dell’articolo determinativo!

L’articolo determinativo in inglese è soggetto a così tante regole minuziose che dopo aver letto le prime tre o quattro si comincia a disperare. Memorizzare tutte queste regole è pura follia con tutte le altre cose che ci sono da ricordare. Quindi bisogna cercare di ridurre il lavoro al minimo indispensabile in modo da ridurre sia gli errori che lo sforzo.

Una delle cose più importante in assoluto è sapere quando si deve togliere l’articolo determinativo ~


Quando il sostantivo in questione è plurale oppure non-numerabile e viene utilizzato in senso generico:
(in italiano a volte l’articolo c’è, a volte no; in inglese MAI)

I’m not afraid of ghosts ~ non ho paura dei fantasmi
Life is wonderful ~ la vita è bella
He doesn’t like football ~ a lui non piace il calcio
Music is the food of love ~ la musica è il cibo dell’amore (Shakespeare)
Trees produce oxygen ~ gli alberi producono ossigeno

La regola resiste anche se il senso generico viene ridotto parzialmente da qualche aggettivo di nazionalità, marca, tipo ecc in quanto la frase rimane sempre una frase generica:

I really love Indian food ~ amo tanto il cibo indiano
Toyota cars are generally pretty reliable ~ di solito le macchine della Toyota sono abbastanza affidabili (uso idiomatico di pretty)
He only listens to rock music ~ lui ascolta solo la musica rock

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