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To a T

L’espressione to a T significa alla perfezione, alla lettera e anche se nessuno sa cos’è esattamente la T in questione*, tutti sono felici ad usare l’espressione nelle sue varie forme. Vediamo allora quali sono le forme più comuni:

  • to a T = alla perfezione
  • down to a T = alla perfezione (una semplice variante)
  • to fit to a T = calzare a pennello (misura di vestiti)
  • to suit to a T = stare bene addosso, andare bene (vestiti, senso figurato)
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Don’t get me wrong

To get somebody/something wrong
fraintendere o capire male qualcuno / sbagliare qualcosa.

Cosa intendiamo quando diciamo, “Don’t get me wrong.” In effetti, si tratta dell’uso di get nel senso di capire e l’uso di wrong come avverbio con il senso di in modo sbagliato. Messi insieme abbiamo un’espressione che significa qualcosa come, “Non mi fraintendere.” Anche se la forma più gettonata è proprio “Don’t get me wrong“, l’espressione può essere formulata anche in altri modi, sempre con l’idea di capire male o di non capire affatto:

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Don’t get your knickers in a twist!

Non attorcigliarti le mutande!

Un detto inglese, scherzoso e di uso comune, che invita a non preoccuparsi, confondersi, per questioni di poco conto. L’imperativo negativo è forse la forma più usata, ma chiaramente il verbo base get si può coniugare in qualsiasi tempo verbale. Vediamo alcuni esempi tipici dell’uso più comune di questa espressione:

  • Stop getting your knickers in a twist and phone the manager!
  • Smetti di confonderti e chiama il direttore!
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Do you have an axe to grind?

Avere un’ascia da arrotare

Si tratta di un’espressione idiomatica non di uso quotidiano ma sicuramente molto comoda quando l’occasione la richiama.  Le origine dell’espressione risalgono alla fine del 18° secolo e vengono attribuiti o a Benjamin Franklin oppure – e forse anche più probabile – ad un certo Charles Miner. Poco importa. L’espressione viene usata generalmente in uno dei seguenti due casi:

  1. Quando uno ha dei fini personali, possibilmente occulti, che lo spingono ad agire in un certo modo.
  2. Quando uno ha un conto in sospeso con qualcuno per via di una forte differenza di opinione.
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Where on earth are you?

Expressing great surprise or disbelief
(without upsetting grandma!)

Capita prima o poi anche in una seconda lingua di voler esprimere una forte sorpresa o incredulità utilizzando qualche espressione efficace ma che non desta scalpore tra i puritani della lingua. Bene, in questo caso un modo utile, e facile da ricordare, è quello di chiamare in causa il nostro caro pianeta EARTH. Un equivalente approssimativo sarebbero i cavoli italiani! Occhio però, la formula in inglese è sempre interrogativa:

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You can’t pull the wool over my eyes

“And we ask one question that they dare not firmly answer, whether they are not now making a tolerable attempt to pull the wool over the eyes of the people.”

Milwaukee Daily Sentinel And Gazette, October 1839

L’espressione è to pull the wool over somebody’s eyes e la credenza popolare vuole che nasca tra il ‘600 e il ‘700, il periodo in cui era molto alla moda portare la parrucca di lana (lana = wool), sia per le donne che per gli uomini. L’espressione, di origine americano, significa ingannare, raggirare, imbrogliare, e si ipotizza lo spostamento della parrucca della vittima da parte del malintenzionato in modo da coprirgli gli occhi mentre viene derubato dal complice. C’è qualche dubbio riguardo a questa teoria visto che il primo esempio scritto dell’espressione è del 1839 (vedi sopra) quando la parrucca non andava più tanto di moda, ma altre spiegazioni plausibili non si trovano.

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