to get through = superare, sopravvivere, terminare, mettere alle spalle.
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Hai mai notato con quale frequenza la parola just si fa sentire nell’inglese parlato? In effetti è una parola con diversi significati e tanti usi idiomatici i quali tendono a complicare un po’ l’apprendimento. Tuttavia una guida semplice si può stilare, illustrando i significati principali e limitando gli usi idiomatici a quelli più comuni e utili. Vediamo nel dettaglio.
Comincio con l’aggettivo just perché è semplice e non molto usato nella lingua parlata quotidiana:
Come si vede, le sfumature di significato sono diverse anche se il campo è, effettivamente, uno solo.
Vediamo degli esempi pratici:
L’avverbio just, invece, è molto usato nella lingua parlata quotidiana con TRE significati principali:
Vediamo degli esempi pratici:
Usato in questo senso, just si colloca, come gli avverbi di frequenza, prima del verbo principale. Quando si tratta di un’azione che si è conclusa da poco, si usa moltissimo, ma non esclusivamente, con il present perfect:
Usato in questo senso, just, come only, non ha una posizione fissa e va posizionato o (al solito) prima del verbo principale, oppure davanti ad una parola alla quale si vuole dare maggiore rilievo:
Usato in questo senso, just diventa più enfatico e spesso viene sottolineato con il tono della voce:
Al di fuori degli usi principali elencati sopra, just si trova in moltissime espressioni idiomatiche. Spesso queste espressioni ricalcano più o meno i significati sopra elencati, ma non è sempre evidente a prima vista e non è sempre utile per quanto riguarda la traduzione. Vediamo adesso alcune delle espressioni più comuni e più utili.
Ci sono tante altre espressioni con just, ma normalmente si possono capire senza problemi, semplicemente traducendo just in uno dei tre modi principali: appena, solamente, proprio.
Capire, o meglio, cominciare a capire la differenza tra il past simple e il present perfect
è fondamentale nel cammino verso il livello intermedio.
Quando si usa l’uno e quando si usa l’altro?
La risposta non è facile…
La prima cosa da stabilire è che non sempre si può fare paragone tra l’inglese e l’italiano per sciogliere il nodo del problema. Mentre in italiano il tempo fondamentale per parlare del passato è il passato prossimo e si può fare a meno (effettivamente) del passato remoto, in inglese vengono usati sia il present perfect che il past simple seguendo dei criteri ben precisi. Il risultato di questa differenza fondamentale tra le due lingue in termini pratici è che quando si traduce dall’inglese all’italiano non importa se il verbo originale in inglese è al past simple o al present perfect perché nella versione italiana si mette tutto al passato prossimo. Invece quando si traduce dall’italiano all’inglese bisognerà sapere scegliere tra il present perfect (come in italiano) o il past simple (improponibile in italiano). Ecco dove sta il problema. Quindi quello che dobbiamo esaminare è esattamente come funzionano il past simple e il present perfect in inglese. Preparati, il viaggio sarà arduo!
Cerchiamo di fare una prima importante distinzione:
Il contesto temporale quindi è la chiave di distinzione tra i due tempi. A questo punto vediamo da vicino cosa intendiamo quando diciamo, “una questione che riguarda prettamente il presente”.
Non importa il contesto temporale in cui Bob è uscito ma il fatto che adesso non c’è.
Non importa il contesto temporale in cui ho perse le chiavi ma il fatto che adesso non le trovo.
Non importa il contesto temporale in cui abbiamo comprato la macchina ma il fatto che adesso l’abbiamo.
Non importa il contesto temporale in cui Bob si è rotto la gamba ma il fatto che adesso ha la gamba rotta.
► In ognuno di questi esempi l’uso del passato prossimo dirige la nostra attenzione dall’azione passata verso il risultato presente. Questo risvolto al presente è una delle chiavi di lettura di base per l’uso del present perfect in inglese.
Vediamo adesso cosa succede invece quando spostiamo la nostra attenzione verso un contesto temporale ben precisato:
È ben precisato il contesto temporale e di conseguenza il verbo è al past simple. La nostra attenzione è ancorata nel passato e slegato dal presente. Sarà così anche per le altre frasi:
(A proposito del pericolo di mettere a confronto le due lingue, è da notare che anche se il tempo dei verbi in inglese è cambiato dal present perfect al past simple con l’aggiunta di questi avverbi di tempo, in italiano è rimasto immutato: sempre passato prossimo!)
► Se devi tradurre una frase dall’italiano in inglese e non sei sicuro se usare il past simple o il present perfect, prova a chiederti QUANDO è successo l’evento. Se la risposta si articola in un momento nel passato ben precisato allora devi usare il past simple. Se invece la risposta è boh, non so, non mi interesse o è semplicemente molto vago, allora devi usare il present perfect.
Aggiungiamo adesso un altro fattore importante che allarga notevolmente la sfera di attività del present perfect: il fattore ‘esperienze di vita‘. Sempre con riferimento alla prova di QUANDO, capita a volte che l’unica risposta sensata è ‘a qualche punto della mia vita‘, cioè da quando sono nato fino ad adesso. Anche in questo caso, visto che il momento esatto non si può collocare sulla linea del tempo e non ci interessa particolarmente, il tempo da usare è il present perfect:
► In ognuno di questi esempi si parla di eventi fattti o non fatti, uno o più volte, in un arco di tempo non specificato ma che implicitamente si estende dalla nascita fino al momento attuale.
Vediamo adesso cosa succede invece quando spostiamo la nostra attenzione verso un contesto temporale ben precisato:
È ben precisato il contesto temporale e di conseguenza il verbo è al past simple. La nostra attenzione è ancorata nel passato e slegata dal presente. Sarà così anche per le altre frasi:
► Se l’unico riferimento temporale implicito in una frase è quello di nell’arco della vita oppure a qualche punto nella vita, allora devi usare il present perfect.
A questo punto possiamo dare un’occhiata agli avverbi di tempo che vanno associati al past simple e quelli che invece si prestano bene al present perfect:
Past simple: yesterday, two days ago, on Friday, last week, at half past ten, in July, in 1982, in the 18th century, when I was young, when I lived in Spain…
Present perfect: just, recently, lately, yet, still, already, always, ever, never, so far, the first time, for, since…
Per quanto riguarda il past simple l’uso di questi avverbi di tempo dovrebbe essere già abbastanza ovvio in quanto vanno messi come sempre alla fine della frase per definire il contesto temporale in cui l’evento è avvenuto. Per quanto riguarda il present perfect invece potrebbe essere utile qualche esempio dell’uso corretto:
(Gli avverbi evidenziati sono link per un eventuale approfondimento)
Tutti questi avverbi di tempo funzionano bene col present perfect perché non creano un contesto temporale ben precisato nel passato e hanno un significato molto legato al presente: condizioni perfette per il present perfect.
Per l’uso di for e since dobbiamo fare un’importante premessa. C’è una tipologia di frase in inglese che si chiama la duration form. Si tratta di un’azione che inizia nel passato a prosegue nel presente. In italiano questo tipo di frase viene elaborata con il verbo al presente ma in inglese si fa nuovamente ricorso al present perfect. Questa differenza netta nella scelta del tempo per esprimere lo stesso concetto è causa di continui errori di traduzione. Vediamo qualche esempio:
Sia for che since si traducono con da in italiano ma in inglese una differenza c’è. Si usa for quando si specifica il tempo in termini di durata (five minutes, ten hours, three days, two weeks, eight months, a long time, ages). Invece si usa since quando si specifica il momento in cui l’azione è iniziata (yesterday, ten o’clock, Saturday, last week, September, 1959, the 17th century, I was a child, I left school). Da notare che dove in italiano ci starebbe sin da (anche se non viene usato), in inglese ci vuole since.
N.B. Se la stessa frase viene elaborata con il past simple, indica un’azione conclusa e la preposizione for significa per e non più da.
► Se l’avverbio di tempo indica un tempo vago, incompiuto o che include il presente, allora è normalmente indicato l’uso del present perfect.
La questione degli avverbi di tempo si complica un po’ quando si tratta di avverbi di tempo non conclusi: today (se è ancora oggi), this morning (se è ancora mattina), this week (se la settimana è ancora in corso) e così via. La logica ci dice che avverbi di tempo di questo genere vanno elaborati con il present perfect e normalmente è così – ma non sempre!
Vediamo un esempio pratico: “Hai visto Tom oggi?”
Entrambi le risposte sono possibili ma nascono da premesse diverse. Nel primo caso, chi fa la domanda pensa che anche se l’altra persona non abbia visto Tom, potrebbe ancora vederlo a qualche punto nella giornata. Nel secondo caso chi fa la domanda sa che se l’altra persona non ha ancora visto Tom, non lo vedrà più quel giorno. In pratica, questi avverbi di tempo possono essere usati con un senso di tempo aperto o chiuso in base al messaggio che si vuole comunicare.
Vediamo un altro esempio: “È venuto il postino stamattina?”
Nel primo caso, chi fa la domanda lascia aperta la possibilità che il postino potrebbe ancora venire se non è venuto già. Nel secondo caso, chi fa la domanda sa che il postino viene sempre entro una certa ora e poiché quell’ora è già passata da un po’, chiude il discorso con il past simple anche se la mattina è ancora in corso.
Forse sembrerà tutto molto cerebrale ma per un inglese la scelta tra questi due tempi è assolutamente istintiva in quanto la regola viene assimilato in maniera indolore da bambino!
Infine, un ultimo esempio che serve, non per complicare la questione ulteriormente, me per cercare di far capire fino in fondo quanto è importante la questione del legame col presente per l’uso del present perfect. Come dobbiamo tradurre la frase, “Ho comprato queste scarpe in Oxford Street.”
In base a quanto già spiegato qui sopra, si direbbe: “I have bought these shoes in Oxford Street.” Sembra ovvio, no? Alla domanda QUANDO non troviamo una risposta ben precisata nel passato e quindi scegliamo il present perfect. Ma in questo caso si sbaglia. Una risposta in realtà c’è ed è, “Quando ero in Oxford Street.” Al posto di un avverbio di tempo ben precisato al passato c’è un avverbio di luogo che però supplisce benissimo l’avverbio di tempo slegando l’azione dal presente e ancorandolo nel passato. Un’altro esempio potrebbe essere, “Ho visto questo film a casa di Bob.” Quando? Quando ero a casa di Bob e quindi, “I saw this film at Bob’s house.”
► Un avverbio di luogo può supplire un avverbio di tempo ben precisata al passato, slegando l’azione dal presente e ancorandola nel passato.
A questo punto potrebbe essere utile approfondire con le seguenti schede didattiche:
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